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colesterolo

colesterolo

Quando si parla di colesterolo si pensa immediatamente ai problemi cardiovascolari associati ad un suo eccesso nel sangue, ma il colesterolo è molto di più.

Innanzitutto voglio sottolineare che la maggior parte del colesterolo nel nostro organismo deriva dalla produzione endogena a livello di fegato, intestino e pelle e ne viene prodotta dai 600 ai 1000 mg al giorno (mentre quello assunto con la dieta dovrebbe essere tra i 200 e i 300 mg al giorno). Questa sostanza ha funzioni essenziali per la nostra salute: partecipa alla sintesi della vitamina D e degli ormoni steroidei, è costituente fondamentale delle membrane biologiche regolandone la fluidità e la permeabilità, è componente della guaina mielinica e precursore dei sali biliari. A questo punto occorre fare una distinzione tra colesterolo LDL e HDL. Il primo, detto anche colesterolo “cattivo”, trasporta il colesterolo sintetizzato dal fegato alle varie cellule, può andare incontro ad ossidazione ed è il responsabile della formazione della placca aterosceltorica, il suo quantitativo non deve superare i 130 mg/dl a livello del sangue(valori ottimali sarebbero inferiori o uguali a 100 mg/dl). Il colesterolo HDL, quello “buono”, ha il compito di legare il colesterolo in eccesso dai tessuti e trasportarlo di nuovo al fegato che lo eliminerà, il valore ematico dell’HDL non dovrebbe essere inferiore a HDL.

Il colesterolo si trova in cibi di origine animale: carni grasse, burro, salumi, formaggi, tuorlo dell’uovo, fegato. Per abbassare i livelli ematici del colesterolo, oltre a limitare i suddetti cibi, si dovrebbero consumare frequentemente legumi, frutta fresca, frutta secca e verdure,pesci ricchi di omega 3, e limitare cibi raffinati o eccessivamente ricchi di zuccheri semplici.

Microbiota intestinale

Microbiota intestinale

Sempre più studi scientifici hanno come oggetto la microflora intestinale: questa rappresenta un complesso ecosistema in equilibrio dinamico che ha il compito di regolare funzioni volte alla salvaguardia della salute dell’organismo. Sono state identificate, grazie a progetti basati sul sequenziamento del DNA del microbiota, oltre 1000 specie batteriche diverse.

Lo sviluppo della microflora dipende dal numero e dal tipo di microrganismi con cui ogni singolo individuo entra in contatto già nelle prime fasi della vita: infatti anche se il microbiota intestinale umano sia alquanto stabile, le comunità batteriche sono variabili da persona a persona. Il microbiota può variare in base all’età, all’assunzione di farmaci e ovviamente al tipo di alimentazione. Questi microrganismi (prevalentemente batteri), svolgono attività metaboliche e nutrizionali e stimolano la risposta immunitaria nei confronti di batteri patogeni che possono essere residenti o arrivati dall’esterno.I batteri “buoni” inoltre producono muco che protegge le cellule intestinale dall’attacco dei suddetti microrganismi. La composizione della nostra dieta influenza il microbiota in diverse maniere. Uno studio condotto su persone del Burkina Faso e persone coetanee originarie di Firenze, ha dimostrato che la flora batterica dei primi ( Prevalentemente vegetale e quindi ricca di fibre e povera di grassi e zuccheri) era molto più varia e numerosa di quella dei secondi (che mangiavano molti più zuccheri, grassi, carne e meno fibre). Inoltre i primi soggetti soffrivano meno di malattie autoimmuni non trasmissibile dei secondi. Quindi per il corretto sviluppo e funzionamento della flora batterica intestinale una dieta ricca di frutta, verdura, legumi e cereali integrali sarebbe l’ideale.